1. Voce delle persone che tramandano la storia del passato

Un giorno ho avuto una buona occasione per condividere argomenti riguardanti la teologia con alcune suore. Dalla conversazione una piccola sorgente d'acqua sgorgò e divenne un ruscello, e presto il ruscello divenne un piccolo fiume ed entrava nel flusso principale, la corrente che corre verso l'estuario.
 “Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado” (Ezechiele 47: 1-5).
                
“La guerra è opera dell'uomo. La guerra è distruzione della vita umana. La guerra è morte” (Dall'appello per la pace di Hiroshima di Giovanni Paolo II, 25 febbraio 1981, Hiroshima Peace Memorial Park).

La storia delle persone che hanno dovuto affrontare il terrore inimmaginabile, lʹ "opera dell'uomo", richiede persone che tramandino la storia del passato alla generazione successiva. Gli umani ripetono lo stesso errore quando dimenticano l'errore passato. Non dobbiamo mai ripetere lo stesso errore dimenticando la tragedia. Le esperienze dell'"opera dell'uomo" sono state tramandate di generazione in generazione in tutto il mondo e le voci non cessano nemmeno oggi, quasi duemila anni dopo l'Ascensione del Signore. Per me, le voci delle persone che tramandano le esperienze dell'"opera dell'uomo" sembrano chiedere ai cristiani perché l'umanità non può porre fine all'"opera dell'uomo" e chiedono loro la risposta. Penso che questa richiesta sia diretta a tutti i cristiani, un popolo che avrebbe dovuto ricevere il nostro Salvatore e stringere la nuova alleanza con Dio, e trasformare questa richiesta in speranza, luce, per tutta l'umanità.

Gesù, che ha parlato di guai che sembrano essere comuni anche al mondo di oggi1 e di calamità che sarebbero accadute da allora2, non solo deve aver lasciato consigli e avvertimenti, ma deve aver preparato tutto per i cristiani, che ricevono la discesa dello Spirito Santo, per vivere fino alla Seconda Venuta. È inconcepibile che Gesù, che disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14: 6), nell'ultima cena del Vangelo di Giovanni, non abbia preparato la via concreta per i cristiani, che vivono con lo Spirito Santo. Come cristiana, vorrei avvicinarmi alla risposta alla domanda precedente confidando in questa convinzione.

1 cf. Matteo 23: 1-39, Marco 12: 38-40, Luca 11: 37-52, 20: 45-47 
2 cf. Matteo 24: 1-22, Marco 13: 1-20, Luca 21: 5-24


I cristiani, per duemila anni, hanno tramandato l'assurda storia in cui l'unico Figlio di Dio, che era diventato uomo, gridava: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27:46, Marco 15: 34), essendo crocifisso nel mezzo dell'"opera dell'uomo". Penso che iniziare dalla scena della crocifissione, che condivide il sentimento delle persone che tramandano la storia dell'assurdità, sia il modo più breve per avvicinarsi in qualche modo alla risposta alla domanda sul perché non possiamo porre fine al "opera dell'uomo".

Saremo in grado di comprendere la situazione contraddittoria in cui Gesù, che pure era Dio, chiede qualcosa a Dio nel momento della sua fine nella scena della crocifissione, quando vediamo questa scena sulla base della descrizione nel Vangelo di Giovanni dal punto di vista di Giovanni l'evangelista. Il grido di Gesù a Dio nel Vangelo di Matteo e Marco è stato risolto nel momento in cui il Padre celeste ha attirato il popolo ai piedi della croce come descrive il Vangelo di Giovanni. Gesù, sulla croce, con fatica ha potuto aspettare il momento nel quale il Padre li avrebbe attirati come Gesù stesso disse: "Nessuno può venire a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira" (Giovanni 6:44). Alla fine vide queste persone come risultato del potere di attrazione del Padre. In questo modo Gesù compì l'adozione tra sua madre e l'amato discepolo (l'Apostolo), poi chinò la testa e emise il suo spirito dicendo: "Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!" (Luca 23:46)

Giovanni Evangelista ha dato la risposta al grido di Gesù nel Vangelo di Matteo e Marco e l'ha collegata al Vangelo di Luca. Quando vediamo il Vangelo dal punto di vista di Giovanni Evangelista, tutti i quattro Vangeli sembrano collaborare bene tra loro. L'unico motivo per cui Giovanni Evangelista, seguendo i tre Vangeli sinottici, ha messo la scena dell'issopo di aceto teso alla bocca di Gesù nella scena della crocifissione, e solo il suo Vangelo dice che Gesù ha ricevuto l'aceto, deve essere perché voleva guidarci a questo fatto (cfr. Giovanni 19: 29-30). Quindi Giovanni Evangelista mostrò che Gesù, alla fine della sua vita, affidó allo Spirito Santo (cfr. Giovanni 16: 12-15) le persone che il Padre celeste aveva attirato affinché potessero venire a Gesù sulla croce (cfr. Giovanni 6:65). Questo era il desiderio del Padre celeste.

Queste persone, che il Padre celeste ha attirato verso Gesù sulla croce, sono quelle a cui è stata affidata la nuova alleanza fatta dal sangue di Gesù, che è stato versato come suo prezzo, in modo che possano vivere la nuova era dopo che l'unico Figlio di Dio sceso al mondo come uomo, ha compiuto ogni cosa ed è tornato al Padre celeste, vale a dire l'era dello Spirito Santo. Gesù, che stava morendo, in effetti versò sangue e acqua dal suo fianco e coprì interamente con essi queste persone. Chi erano queste persone?

Continua.

Agosto 2019 a Hiroshima

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